Nell'aria calma della stanza segni di te
tingono l'ombra, eco di gesti e sguardi
custoditi dentro un presente riluttante
al: "ciao! ti chiamerò domani". Resta
una dolce essenza, la tua fragranza
l'impronta vermiglia sul bicchiere
che ricorda, con dire muto, le tue labbra
lasciata per auspico, forse per dimenticanza
o per legare ad essa ogni pensiero.
Poi una macchia vermiglia, rossa
anch'essa color rosa di tovaglia, sbocciata
lì per noi, tra le posate e le parole leggere
e tra i sorrisi e gli sguardi fugaci
un sì mi hai regalato, ma senza avere fretta
hai detto, con occhi color di cioccolata
a me che ero ormai corroso d'impazienza
e di stupore che tracima nell'alchimia
del cuore che in un sussulto in sogno muta
la lunga attesa... e la mia vita adesso?
cosa sarà di me ora che non riesco
a trattenermi tra le pareti della stanza?
cosa farò in questa notte che distanzia?
lo chiedo ad ogni goccia che riga il vetro
della mia finestra come i pensieri
certi pensieri, che mi sollevano nell'aria,
della mia stanza, d'incanto aperta
a questa fortunata pioggia.