L'immagine s'avvalla all'aurora
e più o meno quel mattino
che si gira illeso sul capo
e si fraintende
La volta indistinta
e bizzarra consueta
accovacciato sul rocce aguzze
d'alberi del campo santo
ha più scheletri il prato verde
e giuramenti fusi alla disperazione
più impalpabile del vento è l'idea
più cupa della frase, densa di parole
più prezioso il costo d'un occhiata amata
più denso del nero buio
e immota, la parete della fitta del tormento
Sbrana
l'incalzare del plausibile
indossando il volto svestito di carezze
In quale momento, non è sufficiente
agli sguardi asciutti del mane
nel cadere uggioso e amaro
se lo spirito s'imbibisce
sommerso d'immenso
e non restituisce meno d'ogni cosa
nel possibile futuro
si maschera l'ardire
ostile agli sguardi
ordendo i sogni
giacché la via della vita mi possieda
S'allunga la voglia al di la d'ogni attendere
a pronunciarmi negando
non esiste diverso dentro me
più in la del rovescio
a rimanere
vestendo parapioggia di raion
per un cenno di bocca
perle di vento
fra la via che mi cinge in cerchio
ghignano di noi
di ciò che non è racconto
la dove il paradosso
ha le guance rosse di un bacio
dipinge il fato.