Camminando, attraversando lo spazio
mi nutro di sensazioni immateriali,
ma molto più reali di qualsiasi struttura,
albergano in me, nella mia percezione,
come le dolci note di una vecchia canzone.
Materializzo il tempo, amico di battaglie,
lo vedo a me davanti, ferma il mio lento andare
perennemente immerso nel guardare
vicoli silenziosi dai muri pensierosi
che trasudano essenze d'esistenze
con forza trasportate nei flussi inarrestabili,
di vagabondi giorni, di notti pellegrine,
di vite sopportate oppure belle,
di tutti i cieli senza troppe stelle