Il mio animo esulcerato,
dove può trovare sollievo?
Lasciate che io salga
sulla montagna più alta,
squassata da tempeste e venti furibondi.
Starò in piedi, nudo, a gambe larghe,
le braccia distese,
lo sguardo fisso al cielo,
il viso e il corpo
sferzati dal turbine dei venti urlanti.
Io urlerò con loro, più di loro,
gareggerò con le mie più orrende grida.
Le voci della mia pena saranno travolte,
spazzate via dalle mie labbra,
trascinate con inaudita violenza
negli anfratti dei dolori dell'umanità.
Le mie lacrime si spargeranno
nelle lagune salate dei rimorsi.
Il mio cuore ruggirà come una belva
ferita a morte e l'eco rimbalzerà
nei pozzi della rabbia.
Il mio animo di cristallo andrà in pezzi
e i frammenti si conficcheranno
sulle cortecce del tormento.
Le mie cellule dolenti infine
si sfalderanno, si disintegreranno
come foglie o pagine di quaderno
in balìa dell'uragano,
il mio corpo lacerato e carico di sofferenza
si perderà ai quattro angoli della notte
e della disperazione.
Poi
rinascerò.