Rivolti ad est,
verso il sole nascente
sudati e impauriti scampati alla cupa notte,
ancora con il cuore tremante,
invasi da solari raggi mirando l'Immenso,
aspettare il Prossimo,
conquistare un Gradino di Immenso
quando arriverà il tempo
verso cieli infinitamente quieti
dove l'anima si sgretola in stati di luce
ascoltando la Misericordia.
Sdraiati e confusi,
ci calma la certezza di Tutto
raggi talmente caldi
da spezzare ere glaciali.
Il Chiodo segno lasciato nella carne
Immacolata e pura, ci strappa alla morte.
Non gioco a dadi cento anni per l'immenso,
cerco di avvicinarmi ad un Giudizio benevolo.