Ci sono momenti in cui riesco ancora a commuovermi.
Ad esempio quando l’ultima goccia di birra mi struscia la lingua
e se ne va giù fino allo stomaco.
Guardo la bottiglia vuota:
abbiamo fatto l’amore per
tre
quattro
cinque
minuti
e adesso devo scaricarla
perché non ha più niente da offrire.
Triste destino
Oppure dopo aver finito una sigaretta
quando l’ultima boccata di fumo sale verso l’alto
e il mozzicone resta solo nel posacenere di vetro.
Accartocciato,
vinto,
deluso,
ti guarda tradito.
Ci siamo baciati per
tre
quattro
cinque
minuti
come due quindicenni su una panchina sotto un salice piangente
e adesso che non ha più niente da darmi l’ho schiacciato lì,
dopo avergli succhiato anche l’anima.
Triste destino
Mi sono commosso anche ieri.
Ero in bagno seduto sul WC
a fare quel che potete immaginare
quando ho visto una falena sbattere le ali grigie sul vetro.
Per un attimo mi ha fatto schifo
e l’ho colpita con un libro.
È caduta per terra,
ha ripiegato le ali,
mi ha sorriso
ed è morta in silenzio.
Lo specchio proiettava l’immagine di un poeta fallito
colle brache giù e una falena sorridente
morta ai suoi piedi.
Triste destino
anche
il
mio.
Beh, fine.