Sono chiare le sapidità
i richiami impressi in capogiri
nella lontananza di un ove
sorseggiando alla sorgente dell'adesso
a osservare il suo verbo
zufolo di quiete
inneggiato dai tuoi occhi
Offri in sacrificio la cadenza
al lembo d'un momento
priva di tinte e giudizio
dell'essere in vita l'emblema
e la natura tua
che incanta il cielo
accenna il dipinto della trasformazione
l'orlo di cose che mai mutarono
Così sfiori le pieghe del volto
sul telaio d'un bacio
e ogni cosa che ammanta il muto intorno
le sillabe del tuo nome
ritrovano l'audacia d'invocare poesia
oscillano l'estremità delle mani
nelle tracce degli sguardi
a carezzar gli occhi
l'avverti...
l'ampiezza è alito più grande
che s'assomma
in unico palpito