Rimango attonita, silente
davanti all'interlocutore sordo.
Mi esimo dal dissentire,
io che mai lo faccio,
che mai chino il capo.
Mi chiede come sto
ma senza professare parola,
mi guarda con gli occhi di pietra...
acqua marina dove lentamente affondo.
Non accetto la metamorfosi,
la trasformazione degli eventi
voluti, meditati,
conseguenza di una negazione,
transitoria... incostante nel mio riverbero.
Bando le accuse
dell'essere me stessa
del conflitto stabile,
dalla testa al cuore.
Decidere non è facile
ciò che la mente detta,
il cuore non approva.
Sotto un livido cielo
attendo impaziente
il placarsi della pioggia,
del ticchettio battente,
sul marciapiede, che irradia
come eco il mio desiderio.
Le luci si riflettono,
ondeggiano sul lucido selciato...
ed io ti aspetto, dolce momento.
Fremo al tuo cospetto
lasciando che il silenzio
mi confonda...
Attenderò una nuova alba,
forse il tempo chiarirà
la sua trasformazione,
illuminando, ciò che il desiderio
nel silenzio urla...
la confessione sincera,
degli occhi, che taciti
chiedono ancora amore.