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Dio c'è sì

La stanza era buia
la lampadina che penzolava da un buco del soffitto
non s'accendeva più

era notte
erano i giorni dei lampadari perduti
e
s'udiva il lento piovigginar del tempo sulle cose

Virginia Louisiana Georgia e Sud Carolina
nel loro bianco abito da festa
parlavano
mentre prendevano un Tè Deum all'oppio
della prossima lotteria parrocchiale

ma nei campi non c'era abbastanza
cotone e tabacco
per curare il canto martoriato dei neri

né abbastanza piccolo fumo
in una bottiglia di whisky
per far tornare la libertà selvaggia dei bisonti defunti nella diocesi di Winchester

ma venne
un pensiero più luminoso di un raggio di sole
a parlarci

di come il sole nell'alba è il sublime sogno
di come nel dì della notte l'anima in lume

s'accende

e
apre
la via
a porte di stelle

a giorni senza età
di cielo

e
rende
ancor più vero

il silenzio della carta

quel foglio d'anima

che sfugge

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1 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 22/04/2014 10:40
    La corrente per permettere alla lampada d'accendersi c'è, anche se non si vede, ma se non siamo noi a premere l'interruttore per far arrivare alla lampada la corrente, allora rimarremo sempre al buio o magari saremo falsamente illuminati da effimere sensazioni che ci andiamo creando.
    Io mi soffermo su questa riflessione, ma tante altre se ne potrebbero fare.
    Bravissimo Vincé!
  • Rocco Michele LETTINI il 22/04/2014 07:47
    Scorrendo il tuo lodevole verseggio plaudo quanto hai dato per titolo... come avvallo d'una chiara quanto metaforica sequela...
    SERENA SETTIMANA VINCÈ

1 commenti:


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