Lei lo chiamava pivello,
poi gli diceva sei bello,
dal dì che gli offerse un gelato,
si stordì, ne rimase stregato.
Per gli amici non era una stella,
ma era sua, per lui era bella.
Infatti era alta, era bionda
rigogliosa, tornita, rotonda,
portamento sicuro e gentile
ogni cosa faceva con stile.
Certo, una donna più grande,
posata, di poche domande,
ma che lo sapeva baciare
e lo faceva sognare.
Forse soltanto un difetto,
spesso lasciava un biglietto:
sto via tre giorni poi torno,
e non precisava il soggiorno.
Ma lui si sentiva adorato,
per lei si sarebbe annientato;
seguitò ad amarla anche quando
come niente gli disse parlando:
hai capito che sono mondana,
non capisci che fo la puttana?