Nella quiete del luminoso mattino,
che sembra non avere confini,
ma solo vasti ed azzurri orizzonti,
io pellegrino del tempo ne percorro le ore
in laceri abiti e consunti calzari.
Oh qual intima gioia, quale vibrare dell'anima,
in questo luogo dai verdi colori,
ove i pini dalle chiome odorose, e gli alti cipressi,
si stagliano arditi, lanciandosi sfide nel cielo.
Il profumo delle siepi, dei gelsomini,
delle gialle mimose e di rose,
stordiscono e affascinano il cuore,
come canti ammalianti di sirene del mare.
Dal dolce pendio del colle,
osservo il lento andare del fiume,
verso il mar che l'attende,
per poi abbracciarlo, ed ivi morire.
Il fruscio del tempo che inesorabile scorre,
mi sussurra all'orecchio sommessi rimpianti,
che lo zefiro prende, e seco li porta.
Io, solitario viandante, proseguo il mio viaggio nel tempo,
e felice mi perdo, in questo luminoso ed immenso mattino.