Come me sono in pochi -
al mattino mi alzo senza scopi
una carezza alla pelle trasudando perle -
sfiorando il mio viso incontro il mio riso
di chi non ha cagione se non la religione
del mio senno all'intuizione,
ed il caso all'ispirazione.
Come me sono in pochi -
qui nel buio incontro lupi
dal ventre colmo di interludi
d'inchiostro e rugiada ed oli fiochi
che paion piombar dalla testa ai fogli
come picchi a capofitto
su tronchi di carta e cibo
nutrendosi dal nido dei loro sogni e
d'un contadino, che cura ogni ramo
come fosse il primo, con l'entusiasmo e
la gioia d'un bambino -
io m'increspo in un sereno giardino
d'api e volatili a cui far asilo.
In un mondo di echi di verità ho sentito -
che il senso delle cose è nel cor fanciullino
ch'io cresco senza tempo
abbeverandomi di vino
di virtù e di poesia,
lasciando giù in un tombino
la conta dei dì o del sol canterino -
che luce riflette finché non sia sazio
di chi ha inglobato e in cui farsi spazio.
Noi andiamo oltre l'altrove del vento -
fluttuiamo nell'aria aldilà d'ogni esempio.