E ora che la luna
pigra ma sempre ruffiana,
le tue chiome
senza più colore
fa sventolar
a lo vento notturno
eppur silenzioso,
sto core malandrino
a essa affidandosi
ti segue,
notte! Ma che notte!
Ma do scappi
tanto ti troverò
amore, libellula
che voli!
Ma a me non sfuggirai;
la luna seguendo
a te mi porterà,
poi tu stanca,
finalmente ti abbandoni
ne le mie braccia
che sanno al fin
consolarti,
e ti lasci andare
in quell'estasi
che chiamandosi amore
non conosce confini.