Che caro ricordo, quel cielo dipinto d'azzurro.
E quel sole che regalava il sudore alle fronti,
quando bambini calciavamo palle di pezza,
correndo su marciapiedi deserti.
È ancora là, quella fontanella "nasona",
e sembra ancora che aspetti,
quella banda scalmanata e assordante,
che da lei si dissetava e bagnava la fronte,
fracicandoci con getti d'acqua ridendo.
È ancora là, quel Foro di marmi,
ma ormai spoglio dei profumi e di verdi,
orfano di giorni rimpianti,
deturpato da scempi e cementi.
La voce del fiume vicino, par quasi che canti,
mentre lento e costante, va verso il mare che attende,
accarezzando le sponde ed i ponti.
Nel cielo è apparsa una stella che brilla,
e il campanone severo rintocca, salutando la notte.