Vita, tragica malinconia…
mi trascino a stento in un labirinto freddo e sporco,
corpo trafitto da aculei,
sofferenze che a ogni passo mi devastano l’anima,
mi feriscono,
mi lacerano le vene,
mi fanno vorticare come se fossi dentro la tempesta della morte.
…cammino
non so per dove,
cerco una meta che non esiste,
invano sogno di raggiungerla,
di uscire dal male che mi comprime e mi soffoca
e allora corro spaventata,
la paura mi avvolge e piango,
le lacrime mi corrodono come acido,
guardo il mondo ostile attorno a me,
vorrei evadere da quel luogo che progetta la mia fine.
La siepe alta mi impedisce di vedere il sole, sola nel buio perdo la speranza,
ora sono io il buio che vive dentro di me,
io domino la mia esistenza,
ho smesso di credere in un futuro,
consapevole di dover vivere così,
nella cupa tristezza del mio cuore,
lontana dalla gioia e dall’amore,
i miei occhi brillano di disperazione,
la nebbia penetra in me e gode del mio calore,
mi succhia il sangue e inietta veleno, il più letale, quello del rancore e della solitudine.
Urlo contro il vento, il fiato mi muore in gola,
il grido svanisce nelle tenebre rubato da un agghiacciante silenzio,
il quale mi concede solo un tenue rumore di passi poco distanti …
e allora riprendo a correre, lo seguo, ma il rumore è più veloce,
la mia gola si secca, le gambe sono stanche mentre lui si allontana ancora, troppo..
respiro affannoso e agonia,
non vedo nulla, nulla che mi conforti,
vorrei piangere ma mi accorgo di non riuscirci,
non ho più linfa vitale, chi mi ha svuotata di me?
Ora comprendo… i passi erano i miei, ero io che fuggivo da me stessa,
così mi accascio a terra, porto le gambe al petto come quando ero bambina,
sorrido… e lentamente muoio…