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Il cuore alle spalle
E di nuovo sei
in assenza di me,
a subire il purgatorio perenne
che hai reclamato per te,
senza castighi nè regni promessi,
oggi come ieri
caparbio a disseminare
sangue rappreso
come scampoli di sabbia.
Eppur ti conosco dietro quelle ombre,
fiume sotterraneo che non sa
di invadere le fondamenta di una vita,
di erodere un'anima
la mia.
Chi sono io
se conoscendoti pensavo
che lava e ghiaccio
ti assomigliassero,
in quegli abbracci caldi
dopo il gelo di un'occhiata.
Ma ora se tu che ti strappi
l'identità di dosso
e il rispetto sacro
delle tue insegne,
sperando io dimentichi
chi davvero sei.
Ma io patisco
la tua vergogna
che le lacrime vomitano
dentro ogni casa distrutta.
E si è estinto il giorno
dentro di te.
E si è spento tutto
intorno a me.
Ma io continuo a vederti.
E per una volta vorrei
che il mio Dio mi trovasse
nella polvere che tu hai sollevato,
senza esser io a cercarlo.
Perchè mi uccide
vederti uccidere,
e non vorrei far più
poesia tagliente per parlarti
parole rabbiose per agitarti
il senno e il sentire,
parodia confusa per donarti
amore senza dichiararlo.
E poi invece sono qui
a scriverti
a disegnarti
come io ti ricordo essere.
Stavolta chi sono
i pagani che
ti hanno tolto
da quel mio Dio
fingendosi Lui,
e che mi hanno sconfitto
ancora una volta.
Perdonami se
oggi non riparo
la tua ferita
ma guardo attonita
la mia.
Difficile tornare
quando la piena di fiele è già salita
difficile restare
quando l'unico futuro possibile
si è già ritirato.
Ma tu che oggi giochi
con il cuore alle spalle,
ricorda che
è il mio il cuore che scuoti e percuoti.
Anche quando sei fermo.
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