Eccoti, bicicletta fedele,
telaio di sogni e scienza di sudore imperlato,
sottobraccio si procede,
ai bizzarri sorrisi del vento di Transalpe,
mentre pare la strada fiera indomabile,
ma sedotta dolcemente
dalla frusta carezzevole di ruote complici;
arde la memoria arabeggiante ed ellenica
del grembo di Trinacria che al mondo
mi diede in bacio e con una sella per missione;
è nitida esortazione alla fatica
questa montagna che lo sguardo spaventa,
l'Isoard che scie di fiato divora
impietoso e basaltico
i cronometri cartesiani custodiscono
l'ondeggiare di magia di pedali
che altri pedali salutano
in contesa eppur in sacral rispetto.
Traguardo è il nome autentico
della gioia e del dolore
l'anelito a far sì che quel giallo
cesellato dal sole frastagliato di Francia,
e soavemente imprigionato
nei confini di una disiata maglia,
adagiarsi sappia preciso e inscalfibile
sui tremori della pelle e del cuore.
Sì, Vincenzo
la vita è un velocipede inquieto ma lucente
che tradir mai sa nè mai saprà
chi davvero gli dona amore.