Che io perda
o
che io in guerra vinca
cosa resterà della mia anima
e chi mai potrà ricostruirla
se non un lavare le mie mani nei Tuoi occhi chiusi nel per sempre di un sangue colpevolmente versato
quando ferito dal Tuo
o
dal mio inconsapevole esistere
ritrovo
tra le mie dita
un vento di libertà divenuto un volto di cenere
che nessuno mai potrà ricostituire né più abbracciare né più amare