Quali cieli avesse baciato
per divenire così piccola e leggera
non lo saprò mai
in archetto di cielo
nell'elasticità del suo corpo
danzava
tra i tavoli
vibrando di labbra
su una corda di violino
nota seminuda sfuggita da un piano bar in pizzicato d'amore e da uno spartito musicale in rete di emozioni si estendeva in dolcezza ed in intimità di calore colmando il vuoto esistente tra il pollice ed il mio medio
creò
nella mia mente
una confusione di arpeggi impossibile da riprodurre
i suoi capelli color coriandolo
scivolavano a plettro
nel far vibrar i suoi occhi
due gusci di nocciola dagli spot della notte appena infranti
quando un vento di cipria
nel girarsi
le sollevò d'improvviso la gonna
vidi gli accordi del suo cielo
cadere nella mia anima
profumandomi il viso in sorrisi di cannella