... e dunque mi arresi
ai domani senza più ieri
Sì, ero stanca d'inseguirmi
su orme ormai cancellate
dai venti furiosi d'agosto.
Mi arresi.
e vissi straniera
trascinando i miei giorni fiaccati.
Mi arresi
mentre ancora vivevo
in brandelli di cielo
soffocati da nuvole nere.
E piangevo le rose
destinate ai ghiacciai
gli aquiloni annegati
dopo l'utopico volo
sulla spiaggia inventata
A chi
toccò l'inferno del sole
mentre il gelo rattrappiva la schiena
nelle notti impaurite?
A chi
il colore del miele addolciva le guance
e insaporiva la pelle?
A chi, mia, accarezzava le ciglia?
a chi
il cioccolato alla panna lasciò baffi sinuosi
dopo il pasto segreto?
Chi
nel pigiama biposto,
schiacciò la tua pelle nel sonno?
Con chi
respirasti il profumo dei gelsomini
fioriti dintorno?
Per chi
accordasti le note
solfeggiandole il cuore?
Di chi
sillabasti l'aurora nei tramonti lontani?
Mi arresi
e deposi le armi spuntate
nel tempio di Giano
sbarrando le porte
e piegandomi al Fato.