E fu autunno d'aprile
ricordano i poeti
i tempi lontani della guerra
dove a frecce di fuoco si rispondeva
con la solitudine del lago
e i dipinti, le fontane scolpite nelle piazze
principali ci si illudeva fermassero
oi barbaroi
ora una tregua accettata
è qui a portare all'anima
la sua domesticità
senza clamore
lontano dal divino
ma
questo autunno che sa di primavera
non è identico a Dio
inevitabile svisamento
cede al senso comune
la bellezza
ma la fanciulla
che ha gli occhi di smeraldo
lei no, non si rassegna
e cerca nei frutti il fondo incomprensibile
di una realtà complessa
perché il fascino non è mai semplice
sa andare oltre nel tempo.