Esci di casa al braccio della mamma,
saluti a capo chino, l'occhio vuoto
orlato dalle grinze, e con la flemma
parli ridendo e senza fare moto.
Poi silenzioso mandi un bel bacino;
su smorte labbra fermi il tuo sorriso
che par nel volto ingenuo, birichino,
invece è lo stupore del tuo viso.
Ogni volta commuove il tuo candore;
osservo disarmata il volto roseo
e sei tu che mi riempi del tuo amore.
Invadi dolcemente chi ti guarda,
l'anima accartocciata, e il cuore estraneo
che prima compatisce e poi ti scorda.
Non sei amata, errata creatura,
ti aggrappi alla tua mamma indifferente,
a lei che sola t'ama a dismisura
e che non ti abbandona un solo istante.
Conoscerti è dolore per l'atroce
errore che Natura madre ha fatto;
or tutti noi gridiamo con gran voce:
la tua innocenza deve aver rispetto.