Io sono il gigante in un gioco di ombre,
la voce che è udibile solo in un'eco,
cammino all'indietro sfidando la sorte,
e pesco ricordi da un amo nel cielo.
Se porgi una mano non trovi conforto,
ma solo l'impaccio di un cuore di pietra,
mi sposto un po' a caso gridando permesso,
anche se controvento, anche se senza meta.
Se segui i miei passi ti perdi in un sogno,
di un cielo a pastello su un mare di stelle,
ad occhi socchiusi o alla luce del giorno,
fra i riflessi blu e grigio aspettando il risveglio.
Io sono il gigante che attende il tramonto,
in un gioco di ombre che volge alla fine,
ora alzo lo sguardo per ammirare il mondo,
ma il sole è già sceso e non resta che un pugno.