Non passa giorno
che sul far della sera
io non lanci la mia piccola preghiera
vorrei veder la tua faccia da viril sparviero
svanire via
con un po' di fortuna
veder tramutato il tempo in una gomma da cancellare
per spazzar via il dolore, il vuoto
e in fine pure le gioie
perché di questo fondale vuoto
io non so che fare.
Non chiedo l'aiuto di un dio maggiore o minore
faccio solo affidamento sulle mie primordiali
cellule cerebrali
perché si ricordino come si sopravvive
oltre il confine
dove le sterpaglie di delusione
stanno in piedi come tristi coralli morti
e il deserto è una distesa
di sabbia ghiacciata.
Dimenticarmi tutto,
quello che ero,
ricordarmi che nulla è stato
e quello che sono.