Ieri leggevo questi versi
"Denudami l'anima
sfiorando i fianchi di isole perdute
dove ritrovarci
naufraghi di noi"
ma quando cercai in fondo al foglio il nome dell'autore trovai soltanto la parola Anonimo
so di certi giornalisti
o quanti pochi a parer mio
che avendo denunciato i crimini dei potenti non firmano i loro articoli per evitare ritorsioni e proteggere la vita delle loro famiglie
- in questo mondo è meglio essere dei Galilei che dei Giordano Bruno l'importante è di aver detto le cose come stanno e se ne potranno dire negandolo d'averle dette
molte altre
intanto la terra girerà sempre intorno al sole come la falena di una anima perduta e questo nessuno potrà per il momento cambiarlo nemmeno un martire in più -
ma cosa spinge un poeta a voler vivere nell'ombra ho difficoltà a capirlo
come un gesuita o un francescano trappista a cui è stato imposto probabilmente da se stesso un flagellante eterno delirio di silenzio
in rinuncia di gloria e privando le sue parole da diritti d'autore
seppellisce il suo nome nel segreto di una tomba
umiltà
paura di confronto
saggezza
o proprio questo volere vivere nell'ombra
sapendo del pericolo del proprio uomo pubblico
di quella vanità offuscante che è il più grosso ostacolo sulla via della Conoscenza e della Verità
Sono belli i nomi ed i colori
ma anche se dovrò immaginare la tonalità dei suoi occhi e la profondità estetica della sua anima da sfumature di grigio
niente ha più fascino di un fotografia in bianco e nero
"Denudami l'anima
sfiorando i fianchi di isole perdute
dove ritrovarci
naufraghi di noi"
Anonimo