Questo cielo diventa sempre più ampio,
la cupola stellata tutta intera,
risplende sopra quanto è fatto scempio
d'un cuore che non ha più primavera.
Veloce scorre il fiume e le sue sponde,
sporcate dagli sterpi imputriditi,
che vogliono restare intestarditi,
sotto il mio ciel che ascolta e non risponde.
E un segreto la pace che vi regna,
affidata soltanto ad un perdono;
io sussulto e ti trovo come un dono,
che in arco della vita si disegna.
E brillano le stelle a fonda notte,
quando lo sguardo supera le nubi;
singhiozzi nel mio pianto fan connubi
con i sorrisi tuoi dentro le grotte.
C'è una penombra dolce che rilassa
le membra forti, stanche e intorpidite,
che in un'amaca dondolan sopite
sotto quel ciel che ride e non si abbassa.