Grato ti sono e sarò
come farfalla che ha scoperto
la misura inviolabile del suo volo
per queste note ch'in me cesellasti
a forma di soave, multiforme preghiera;
la vita che conobbi pur
troppo evanescente e breve,
carezza fu di fraseggi e partiture,
semplice e avvolgente
come tenue slitta di neve,
sublime invito all'infuocata generazione,
di questa mia "Messa dell'incoronazione",
o bacio a chi
a ogn'età più non si chiamò vita d'improvviso,
cui di regalare un "Requiem" mi impresi.
Il treno dei suoni che sognavo,
a Salisburgo fu locomotiva,
per ritrovarsi compiuto a Vienna,
diadema di emozioni
ch'a superare ebbero le mie stesse attese.
"Ave verum corpus natum de Maria Virgine"
or questo tuo fedel servo
del tuo regal dono rivestito ed ebbro
presente si è rivelato
ai cancelli ancestrali del Paradiso.
E voi,
in bagliori di voci
che mai conoscerò eppur ben conosco,
diletti fratelli dal canto inebriati,
"Laudate dominum"
che tutti vi accarezza e benedice,
come musica che non sa tradire,
perchè sa
che non potrà mai perire.