Al ristoro magnetico dell'inesplorato
estasiata, un po' bambina mi abbevero,
intenzione di stella
tra orde di stelle incastonate
dalla luminescente colla
d'un arcano, indecifrabile
eppur così avvolgente amore;
osa, piccola e ardente navicella,
che tra bagliori ancor ignoti di scienza,
sovrana e spavalda t'aggiri,
laddove la terra guisa ha
di formica che vacuamente nuota,
nello sciabordante spumeggiare marino,
di un'epistemologia di senso.
Perchè i cieli sempre si rivelino
al mio orgoglioso vagar celeste
antro di dolcezza ineffabile.