Transiti armonici
di vagoni bambini la veste portano
sulla scia di marzapane
di esili rotaie,
miniature avide di cartesiana riproduzione,
dell'indomito sferragliare,
che intinto e monarca giace e si compie
nell'incomprimibile tavolozza della realtà.
Il viaggio non è che la liturgia
di un gioco che di nomi sempre nuovi
è sorridente, fors'anche irridente mendicante;
bacia i confini complici del plastico
il fendere soave pur se eterodiretto
eppur ingovernabile della piccola locomotiva,
tra il rivelarsi di stazioni di plastica
e montagne partorite dal cartone,
oh se quei modellini potessero addestrarsi a parlare,
l'essenza fresca e matura
d'ogni peregrinare saprebbero rivelare.