Danza,
sovrana come sol tu sai essere,
te ne supplico,
dama incomprimibile,
d'una scienza fedele e libera,
tra intrecci di note seducenti,
che infuocate caverne di saggezza
sono e resteranno
della decifrazione di geni e dna,
perchè ogni tumore saper possa,
d'aver sempre un nuovo nemico,
contro cui schiantarsi impotente,
nel suo vigliacco,
irriverente,
invisibile incedere.
Aquilone di neuroni eccitati
ch'anelano a cieli intonsi
di solidale trionfo
della salute e dell'umanità,
è questa ricerca
avida nella sua umiltà,
del cibo di nuove,
ancor ignote frontiere terapeutiche,
perchè più ostaggio tremante
non sia il desiderio di guarire,
dei graffi sogghignanti,
del precoce morire.
Grazie a Umberto Veronesi.