Sensualità, attimo,
dolce metafora
dell'uomo che
tange l'infinito,
in cui mi perdo
adorno di passione,
nascondo tra le dita
il tuo sguardo,
sospeso nel desiderio
e m'accingo a sfiorar
con la mia bocca
i seni tuoi bramosi,
e stretti tra le mani
sentirli traboccar
ricolmi di piacere,
sì tondi disegnati
d'evanescenza ambigui.
Non posso comprare
l'eco del tuo battito
che premuroso
cinge il mio ascoltare,
ma vago ebbro
nel tuo fervore,
che irridente
attende quell'instante,
in cui avvicino il mio
assiduo respiro,
all'indifesa tua intimità
per sentire il fremito
del tuo cuore,
nell'ubiquità, pulsare
dove nasce la vita.
Ti prendo e poi
t'avvolgo nel mio
abbraccio, prigione
del volere che scioglie
le nostre ombre
di quell'unico riflesso.
Andrea Palermo