Mafia,
orrida onda
di piombo vigliacco e traditore
insulsamente madida,
mai le tue macchie uccideranno,
queste onde di mare siculo,
che vele di giustizia e libertà,
gravide d'amore trasportano,
in questa Trinacria
nobile conchiglia arabica,
di cui tentasti di avvelenare il sole.
Riposo ora
al tepore del tuo volto padre
che in lingua di terra
in fetido aroma di violenza mutata,
troppo presto ebbi smarrito.
Mi fu calore e speranza
un altro padre
il cui coraggio nome aveva toga,
Paolo Borsellino aveva nome,
e spada fiera era
di regal anelato risorgimento
della mia adorata terra.
Ma quel giorno in via D'Amelio,
cessò Paolo di esser storia,
e mutato fu in nuvola d'aria,
dal ruggito d'una bomba codarda.
Fu allor che davvero compresi,
l'autentico volto della solitudine,
quel desiderio di veder trionfare il bene,
che viaggia sperduto e gemente,
nell'indifferenza gelida della moltitudine.
E così, io, Rita,
ritenni che più non dovesse scrivere,
sul diario di giorni tremanti,
la mia esile e innocente matita,
ma tu, lurida mafia,
certa stai,
ch'un giorno anche tu,
tra le fauci morirai,
del maledirti che percorse il mio breve vivere.