Ebbre di seduzioni di lago,
o ad abbeverarsi di storici monti,
sfavillano le tre sorelle,
nella conca incantata di Piemonte;
Orta
nella scia imperlata di onde timide
l'isola di San Giulio
riveli a immortal diadema,
Stresa
che di ricercata lucentezza
d'alberghi e barche sorridi,
la tua mano d'avorio concedi
a Baveno che a te ravvicinata dimora,
intarsi onirici
come sassi sbarazzini
lanciate a bagliori d'acqua silente.
E se la fata dell'avido sguardo
ancor più si dilata e s'allontana,
scorger saprà e rivelare,
gemiti orgogliosi e spiriti indomiti,
di lotta partigiana,
di cui ancor brilla intonsa la voce,
tra gli anfratti di verde di fondo Toce
ma anche nella montagna ossolana.
Acqua da amare,
acqua da bere,
le terme di Bognanco e Crodo
si distendon come baiadere,
a labbra soavemente assetate,
mentre il respiro spumeggia,
all'udir delle mura il canto,
del castello di Belgirate.
D'orgoglio sbuffa,
la ferrovia che da Domodossola,
l'elvetica Locarno va a baciare.
Meina custodisce e piange
di profonda, inestirpabile lacerazione
alla memoria sanguinante
dell'ebraica stirpe che patì persecuzione,
d'una svastica folle e ribelle.
Gioielli di turismo e rinomanza,
si dischiudono a gabbiano,
anche Intra e Pallanza,
e di freschezza inafferrabil svolazza,
l'incanto della val Formazza.
Verbania, Cusio, Ossola
tre sorelle giacete,
in conchiglia d'amore
così nuovo, eppur così ancestrale.