Ondegggiare zuccherino hai
di inesauribile affetto di fata,
diletto fiato che sovrano erompi,
dagli anfratti sicuri
di rocciosi padri polmoni;
amor mio Roccasecca,
che germoglio esile mi rivelasti,
dalla ragnatela di inespresso liberandomi,
in cui ingenerato giacevo,
strenna giocosa e lucente mi facesti
quel giorno,
che forma avea di flauto,
impeto di note eccitate,
ch'a estendersi in melodia,
il supremo
occhieggiante anelito coltivava,
e la musica ardeva parola,
lingua di spericolato jazz,
o ardente dama di classicità,
a effondersi intenta
in sonorità vocate a imprimersi,
in muri complici di dolcezza,
a guisa di robuste incisioni rupestri.
Collana ammantata di purezza,
hanno i suoni lungo mille stagioni,
così melodia vissi miei amati,
vostro Severino Gazzelloni.