Sedetti al tavolo e attesi primavera
ma lei non venne,
e
furono soltanto
lunghi inverni.
Di ghiaccio e neve giornate lastricate
e il freddo fu percossa alle mie carni,
ebbi paura.
E fu il terrore a infondermi il coraggio
mi alzai sorretto da gambe di speranza
e partii coperto dal calore della fede,
l'avrei trovata.
Furono giorni all'apparenza eterni
lungo un cammino che parse senza fine,
stanche le membra e debole il pensiero
che mille volte inciampai alla brama
di resa.
Fu tutto un attimo, esausto mi poggiai
sulle ginocchia e chiusi gli occhi
pensando che oramai
fosse la fine.
Ma lieve brezza sferzò sulla mia pelle
e una fragranza sparse nell'aria odori
conosciuti.
Alzai le palpebre e un prillo di farfalle
al mite sole gironzolava allegro,
mi rialzai felice e accarezzai la primavera.