Conchiglia sei levigata
dall'intonso respiro di fontanassi e cagnani,
e il dolce ruggito della Botteniga,
dei baci di Pegorile e Piavesella figlia,
custode e amorevol testimone
si offre della tua mai banal beltà.
Tarvisium,
orgoglio di marca ribollente,
che i tuoi giorni bambini vedesti,
carezzati dall'amor degli Ezzelini,
e cesllarsi il fruscio del tuo destino,
per mano dei Collalto e dei Da Camino,
del german Totila fosti grembo fiero,
che ragion ebbe dei coriacei Bizantini,
tra le labbra dei tuoi nobili confini.
Quanti aliti di storia,
quanti anonimi eppur sgargianti amori,
fiorir vedesti,
nella piazza dei Signori?
E a flettersi ammaestri
lo sguardo e i pensieri
alla purezza della loggia dei Cavalieri.
D'ordini monastici fresca dimora,
la Chiesa di San Francesco,
e la dominicana di santo Nicolò,
scintillare fai ancora.
E lo spirito di chi t'osserva,
con curiosità vergine ed effervescente,
obliar non può di omaggiare il museo Bailo,
che di pittorica arte
è complice e ribollente.
Treviso,
giace il tuo tempio di fantasia libraria,
in palazzo Caotorta,
antro di collezione millenaria.
Porta di san Tommaso,
cà Spineda e palazzo Dolfin,
Treviso mostri
tra i tuoi mille gioielli,
che gli occhi di chi ti è e sarà visitatore,
renderai ricolmi d'oro
a guisa di inscalfibili vascelli.