Ho desiderato di baciarti,
lì sul sagrato del cielo.
Tra un din e un don delle campane stupite,
solo che, quel giorno, le campane suonavano a martello.
Avevano un suono cupo, di lutto,
ed io avevo questo mio desiderio appuntato
sul risvolto delle ciglia turchine.
Ho desiderato baciarti
dopo un lungo soliloquio di sospiri,
dopo aver ricostruito il tuo volto
a me sconosciuto
e trapiantato sulla tela di un ricordo scolorito.
Avevo di te vaghezza di stature e di sguardi
e il suono di una voce mai udita...
Gli occhi quel giorno si fecero uncini
Si aggrapparono a quella visione
E mai avrebbero voluto staccarsene,
tu scivolasti leggero sull'orlo delle mie labbra
Ti vidi barcollare
Ti vidi
Mentre
Mi porgevi
Le tue labbra avide
Mentre le posavi
Sulla rosa della mia bocca
Aperta e sitibonda
Mi vidi,
Ti vidi...
Poi un tocco doloroso di campane
mi riportò alla realtà
e tu, tu non c'eri più,
eri rimasto nel sogno.
Li era il tuo regno
dove regnavi incontrastato
sovrano delle mie visioni
e della mia follia.
Mi fu testimone il campanile
Lui c'era, vide, e capì,
quanto avrei voluto baciarti!
Mon Amì