Capita a volte che mi sento perduto
un pescatore in balia delle onde
nessun'approdo volge all'orizzonte
e la mia barca squassata dai frangenti,
non so che fare e mi aggrappo alla speranza
è quasi inutile quell'ammainar di vele
è troppo forte e audace la tempesta
io tanto debole quasi mi lascio andare,
son cavalloni e nitriscono di rabbia
mentre il natante fradicio d'acqua pieno
sembra si arrenda ormai privo di forze
s'alza riscende voltandosi su un fianco,
è tutto inutile penso che sia la fine
pur se gloriosa fa uguale stesso male
ma ancora lotto al filo ormai aggrappato
di un'utopia vestita di speranza,
sì alza e s'abbassa affonda giù la prua
io guardo il cielo i lampi guardo il mare
guardo il mio legno ormai son rassegnato
è tutto scritto indelebile il destino,
ma come incanto in un rito di magia
si placan l'onde si rasserena il cielo
torna a nutrirmi obesa la fiducia
mentre la terra all'orizzonte sfuma.