Piansi alle ceneri di Torremaggiore,
i miei compagni morti, i miei compagni uccisi,
dall'errore d'un'America in cima all'economia.
Non inconsapevole sbaglio,
ma premeditato piano,
perché immigrati,
perché bastardi anarchici.
Quell'agonia è il vostro trionfo!
Quell'agonia ha esaltato il valore,
esaltatore della vita,
esaltatore dell'Umanità, qual presto diverrà cosciente,
del suo significato più intrinseco, dei suoi misteri più celati.
Nei miei lunghi pensamenti,
in Me la convinzione sorgeva:
Non sono morti!
Non l'hanno uccisi!
Essi vivono ancora,
li sento accanto, vicini a me, seduti affianco;
e non c'è meraviglia maggiore,
d'innalzare all'eterno l'Anarchia,
qual non è mio puerile sogno mondano
o garzosa speranza illusoria,
non pura ideale astrazione momentanea,
invano assetto libero comunitario,
ma cardine umanitario,
base od asse della Libertà più pura.
Ed io penso,
al mio Io immerso,
che immenso, progressivamente più intenso,
s'allarga e diviene Amor puro,
quando Anarchia risplende,
sconfiggendo d'oligarchia le nubi.
Non piansi più alle ceneri di Torremaggiore,
meditando mi risposi: le idee camminano scalze!
E l'epitaffio è un soffio qual porta distante il cedevole corpo,
e che l'ideale è immutabile immateriale,
valore non sconsacrabile.
Oh cara Libertà!
la tua grandiosità fu incarnata in Vanzetti e Sacco,
Gaetano Bresci e l'efferata azione che compì ,
Bakunin ed in Me.
Descriver non oso l'incredibile tuo avvento,
la maestosità della tua applicazione.
Il Massachusetts ripiega il grave danno,
si porge umile ed indegno,
mentre dalla Grecia si sommuove ancor,
contro la beffarda legge dal nome Istituzione!.