Al caldo di un cappello,
guardo quella stradina ciottolata
e lo sguardo si perde in quella leggera nebbia e pioggerellina
che mi sembra una coperta scesa per proteggere gli uomini.
Guardo la foschia che cancella le montagne e i campi,
e ascolto il suo silenzio avanzare verso di me,
un silenzio quasi tenebroso che apre le porte di un nuovo mondo
e disegna uno spazio sconosciuto che non riesco a definire.
Solo un lampione di luce bianca rimane acceso
come unico segno del tempo e dello spazio passato
e la sua luce filtra a fatica disperdendosi come una nuvola
soffiata senza meta e senza direzione.
Il mondo qui si è spento
tutti si sono rinchiusi nelle case riscaldate dal fuoco dei camini,
ma dalle finestrelle accese vedo gli occhi spalancati
di chi è curioso del mio destino mentre qui fuori sto per essere inghiottito dal nulla.