Eros,
rassicurante Eros,
mi chiami,
mentre il tempo oscilla
come un pendolo
nei secoli,
e io scivolo da un letto all'altro,
segnando le stagioni,
come un sfuggente alga,
un'anguilla.
Non mi rimane appiccicato addosso niente.
Lo sporco rimane a chi crede nel sesso santificato
e nell'amore della domenica,
un amore all'acqua di rose;
piene di spine.
E tu sei il calcolo
a volte riuscito altre no,
il bambino invecchiato
al quale io rubo:
l'intensità,
la luce,
gli occhi
(Ah, i tuoi occhi! Come lastre di ghiaccio
attraverso le quali vedo il mondo)
Tu sei il corpo estraneo
nella cavità del mio essere più autentico,
pulsante,
e tu pulsi.
E quando ti levi, sento che mi privi di un pezzo di me
irrinunciabile
(Sensazione di calore si espande ovunque)
E non esistono più:
il passato
il presente
il futuro...
E non importa più:
chi sei?
Cosa fai?
È solo rassicurante Eros.