Strappata l'identità
che d'innocenza
ti presentava
e di essa la vita
riempiva
tutto è processato
di te,
da condanne
senza appello
dissennatamente pilotate;
sconti pene d'altri
piangi lacrime tue
immolato capro espiatorio
mandato al macello,
dagli occhi sbarrati
di disperazione,
che limi
giorno dopo giorno,
per sbirciare un poco
di libertà
ma spasmi al veleno
ti contorcono,
rantolii assecondano
il respiro aspro
di cenere,
con la sete di rivalsa
che aumenta
vorresti vivere
per un pugno
di motivi
ma è la morte
che ti prende.