Quando acquistai la barca
avevo deciso di cambiar vita:
le mondane bocche,
le pagine sparse ovunque,
teatro, cinema...
tutta vanità.
Volevo lasciare tutto a terra,
per dedicarmi a lei, che
pur non bella, era mia,
come un frutto generato.
Peccato che, per esser frutto,
era già marcio, nato fallato,
nella stiva invano il legno
rattoppato, spennellato, curato.
C'ho messo tutta me stessa in quella barca,
era mal messa, non era un gioiello,
ma io ero cieca, ostinata, immaginavo crociere
mi sono dovuta arrendere alla procella.
Non ho mai avuto fortuna con i progetti,
mi sono sempre andati stretti.
Mi sono dovuta arrendere al declino
e un giorno sono scesa a capo chino.
L'ho lasciata alla deriva del mare
morendo di dispiacere, sentivo il cigolio
urlare nelle orecchie e mi scapparono
pure diverse lacrimucce.
Non era solo una barca abbandonata
era l'esempio di un'idea fallata,
di una povera illusa ostinata,
che difficilmente nella vita s'è arresa.