Come un fulmine a ciel sereno
Abbagliasti di lussuria
la fedina della mia candida gioventù.
Conobbi nei tuoi occhi
La dolce e subdola dannazione
Che sotterrò il mio decoro
E le mie certezze.
Ogni circostanza spazio-temporale,
finì per annullarsi di fronte
alla magia nera del tuo sguardo
che si nutriva già
del peccato premeditato,
ipnotizzando la mia volontà.
Lo Spirito, paladino del cuore,
s' estraneò per baciare le tue labbra
E osservò disgustato
Il Corpo, ostaggio incatenato,
vincendo l'arduo duello
contro i guardiani della mente,
Ragione e Pudore.
In fine, il ricongiungimento,
la tempesta violenta,
l'arcobaleno.