Vendo l'ira a un irrequieto mercante,
firmo col sangue la mia gioventù;
raccolgo il cuore di un distrutto viandante,
ad occhi vuoti m'immagino ancora lassù.
Mastico amarezza ma non metabolizzo,
il mio fisico inerme e la testa che affoga
in acque nostrane e di quelle che ipotizzo,
resta intatto il mio cuore che la mente soggioga.
Cibandomi dei vecchi e amabili momenti,
stringendo nella morsa della nostalgia il malandato cuore;
e sorridendo a quelle bislacche e folli menti,
ancora rido e resto senza parole.