Di cotant'anni non isperavo mai
lo veder sí perduta gente
Cosa sia non so codesto soldo
che vuoto suona e falso alla lima
Tu guardi le canute genti
e non è per te pensiero
lo guardarti nè l'argento tuo
E giri, ti rimiri e ti fai bello
non rimembrando mai
l'istrada tua
Lancia in resta, convinzione in testa
nè lo cervel tuo folle
la conquista già è fatta e consumata
Ma l'intendimenti tuoi non son pari ai miei
Acuta, pudica, diva e madre
ma donna sono e bella
Con l'occhi miei d'oriente ho visto
l'ignorar l'antiche usanze e l'uso loro
Gonfiar t'ho visto come una rana al fosso
e l'istupidità che mostri fère lo guardo mio
e m'intristisce il core
Acciocché nell'alma tua riposa
lo spirto d'un infante bimbo
assieme ti sei posto all'omini d'un dí
Ahimé qual sarà mai, l'alma e il cor d'omo
che mi prenderà la mano
per il cammin di poi?
Và pover'omo triste, perché triste è l'esser tuo
confondi l'occhi tuoi nè l'informe massa
che più t'aggrada d'un alto spirto
Cammina solo e prova
lo bene aver smarrito
E non voltar mai lo capo tuo
à le perdute piagge