Ogni volta che quella strada percorro
il vento m'ammonisce e mi riporta a te
alla nostra precipitosa fuga
da quel castello di dolore
in una primavera strana
di steli che si reggevano a fatica.
Il tuo sguardo penetrava
oltre quel ponte
adorno di sonno mortale
l'aria era densa di pensieri
di parole ormai piene.
Rallentavo..
quella scure era vorace
sulla tua fronte
capivo..
l'angoscia tra le rocce
il deserto sui fitti boschi intricati
il battito di ciglia
sulle giganti pietre nuragiche.
poi..
la tua vita interrotta
tutte le immagini possibili
tutti i passi sulla vertigine
degli eventi vissuti.
Un silenzio tra noi opprimente..
come un masso sul cuore.
"Fammi entrare in casa.. un solo attimo.."
un raggio di sole su quei fiori penduli
ha osservato l'ora che passava
e
tu..
fantasma nelle stanze
il gatto tra le braccia
sei andato via piangendo..
era l'ultima volta.