Erano le quattro.
Mi piaceva entrare in quei vicoli,
essere un'onda in connessione,
perdermi nel luogo dei contatti e delle lettere.
Come un'animale a caccia,
che sente gli odori e fiuta la preda,
sguardo a terra,
ringhio critiche e ragioni,
il giorno che distribuivano il cuore ti eri distratto,
non è una frase mia,
che io,
io è questa magia o questo sacrilegio
di essere permeabili, di pensare di avere una voce che parte da dentro,
come una luce
e
percepire, che la voce esiste già, che la agganciamo
e in quel momento esisti.
Oppure non esiste.
Mari di dialettiche e di volti che cambiano,
il vuoto senso delle cose che espande.