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L’INGENUO SOLE
“Chi ha racchiuso, le fattezze di una Dea nel corpo di una mortale?
Chi le ha regalato in volto, la bellezza delle Fate?
Chi è questa donna, che pur non avendo le ali, sembra volare nel suo incedere?
Chi è?
Come può, al mio sorgere, catturare il mio sguardo, i miei primi raggi?
Perché continuo a scaldarla e cullarla dolcemente?
Perché, per lei, sono disposto ad aprir le nuvole pur di osservarla?”
Chiese il Sole al Vento…
Passando fra le fronde, facendole dolcemente ondulare, il Vento profuse le sue parole, la sua risposta.
“Amico Sole, la Primavera è nell’aria, e l’amore è in te!
Non vi è altra spiegazione per le tue attenzioni!” e continuò,
“ non è Opera mia.
Anche se riesco a modellare il mondo con il mio soffio, mai potrei scolpire una così meravigliosa Ninfa!
Io raccolgo le voci dell’eco, porto con me le lacrime, le risa e i sogni sospirati degli umani.
Potrei sfiorarla, soffiandole vicino e carpire il profumo del suo animo, se volessi, e portarlo a te.
Ma se ciò che vuoi sono solo risposte, devi rivolgerti a quel sapiente che è il Tempo; certamente lui saprà soddisfare le tue domande!”
Così il Sole decise di interpellare il Tempo…
“Saggio Tempo, perdonami se mi rivolgo a te, se distolgo dal suo compito la tua Invisibile Influenza.
Ma tu che tutto puoi, perché tutto vedi e tutto curi.
A te non sfugge nulla, poiché tu solo sei Immortale, poiché tutto passò e tutto passa sotto il tuo Dominio.
Puoi rispondere alle mie domande?
Puoi dirmi chi ha creato, modellato e cresciuto una fanciulla di così tanto splendore?
Sai qual è il suo dolce nome?
“Ingenuo Sole” rispose il Tempo e proseguì,
“perché dovrei conoscere il suo nome?
Io sono sempre disteso su ogni Creatura o Cosa.
Il mio è un lavoro senza sosta: influisco allo stesso modo continuamente su tutto ciò che vedi!
Non posso spostare il mio sguardo su di un solo individuo, perché la sua vita sarebbe già passata, già polvere, è come un lampo ai miei occhi…
Ma, in fondo, che importanza ha il suo nome?
È importante, forse, per la Madre Terra, saper che l’Acqua che la bagna e la rinfresca nei tuoi arroventati giorni d’Estate si chiama Pioggia?
Non pensi sia più confortante per lei, saper che esista una così prodigiosa Creazione.
Non pensi sia più essenziale per lei, saper che esistono quelle sottili lacrime del cielo che le permettono di nutrirsi, di germogliare e di vivere?
Per cui non chiederti con affanno qual è il suo nome, ma rallegrati, piuttosto, della sua presenza!
Se poi ti rende più felice, dagli tu un nome. Chiamala Amore se per te è questo!
Sappi, infine, che il tuo tenero e fragile Angelo, può essere frutto solo di Dio e dell’immenso Amore che c’è tra un Uomo e una Donna…”
“Ora va! Lasciami tornare alla mia occupazione. Io non ho tempo da perdere, come dicono i tuoi amici umani.” Concluse il Tempo…
“L’INGENUO SOLE” così l’aveva definito il Tempo, ringraziò e andò via. Per lui si era fatto tardi!
Scomparve dietro le Montagne, dietro il Mare, per comparire in un’altra Terra, felice delle sue risposte e consapevole che al calar della Luna sarebbe riapparso meno INGENUO e con una luce nuova da regalare al suo Fiore…
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0 recensioni:
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- Bella, crea una atmosfera particolare. Ciao Concita
- Bellissima... se la prosa ha meno ali... ha un passo sicuro e deciso... quando calerà definitivamente LA LUNA conoscerai il suo divino Nome... e questa luce prima di diffonderla... la regalerai al tuo immenso fiore...
uN GRAZIE
cIAO vINCENZO
- Credo nell'amore, non credo nel divino. Cmq ho apprezzato molto il modo con cui hai scritto e interrogato il tempo. Michelangelo
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