Ricordo a tratti un po' di passato...
il tempo mio verde
sí lontano e perso
nei meandri della mente.
Di quando avevo
prima dell'adolescenza
lo sguardo un po' sognante
verso il futuro.
Giorni d'estate
polverosi e caldi
di scale a tre a tre
su per il Pincio.
Qualche moneta in tasca
che veniva d'una cresta
per un ghiacciolo
al gusto di limone.
E tronchetti di liquirizia
da succhiare a morte
mentre parlavo senza posa...
I piedi tuffati in acqua
con le scarpe,
quelle con gli occhietti
che odiavamo tutti...
Povere fontane profanate
di quella piazza del Popolo
giù in centro...
Oppure ancora
nitida negli occhi
l'immagine del fiato
che si faceva fumo
nelle mattine fredde,
che sapevano di pizza
calda di forno
da portare a scuola.
Quante amicizie
e quante guerre!
Mia madre
cosí immensamente bella
e le sue cene
a volte un po' inventate
con la povera dispensa...
Spremitura fresca
di dormienti meningi
su quei fogli proto
dei compiti in classe.
E l'allegria di "quel giorno"
che mi sembrava sempre
una gran festa da cullare,
il compleanno...
con la certezza,
che all'uscita di scuola,
lo trovavo lí dritto in piedi
come trepido amante,
mio padre con le rose in mano:
- Maria Rosa, per te che sei per me,
di tutte le rose la più bella...
l'autore Marysol ha riportato queste note sull'opera
Chiedo venia a chi legge, tempo verde e non tempi...